Anno 1955 – Giuseppe Lega Racconta – Parte 3

Anno 1955 – Giuseppe Lega Racconta – Parte 3

1955

Corso per Esperto Apistico

Nel 1955, su consiglio di Giulio Piana, partecipai al corso per “esperto apistico” presso la scuola Agraria “Scarabelli” di Imola.
Il giorno dell’esame, quando mi presentai alla commissione esaminatrice (che era presieduta nientemeno che dal celebre prof. Alessandro Chigi, luminare dell’università di Bologna) per il mio turno, lui esclamò:

che ci fa questo bambino qui, non debbono avere almeno 18 anni?

Io balbettai che ne avevo un po’ più di 17, poi intervenne Giulio Piana che parlottò col prof. Chigi e alla fine, dopo l’esame, mi dissero che ero il più giovane esperto apistico d’Italia e tutto finì bene.

Contemporaneamente al Consorzio Apistico di Forlì si era ricostituito anche quello di Ravenna al quale eravamo associati e partecipavamo alle varie assemblee di inizio e fine stagione.

Il “capo supremo” era il cav. Frontali, detto il sergente di ferro, che aveva adottato una tecnica sottile per addomesticare quei soci che avevano sempre qualcosa da ridire sull’operato della dirigenza del Consorzio.

La tecnica consisteva nel nominare immediatamente il contestatore come membro del consiglio direttivo, con l’obbligo di trovare la soluzione al problema da lui stesso sollevato.

In quegli anni (1952) il cav. Frontali organizzò un corso di aggiornamento in apicoltura a Faenza e a fine corso fu fatta anche la foto dei partecipanti (vedi foto in fondo all’articolo).

Bisogna riconoscere che dei giovani ce ne erano pochi ma avevano tutti una grandissima voglia di imparare almeno le più elementari regole per la moderna conduzione dei loro apiari.

Alcuni venivano addirittura da Marradi, 30 Km di distanza da Faenza, ed altri “dalla bassa” verso Ferrara.

L’insegnante era la ragazza al centro della foto, io (Giuseppe) ero accovacciato in prima fila, il mio babbo Armando in piedi a sinistra, a braccia conserte e il cav. Frontali in alto alla estrema destra, capelli bianchi e sguardo marziale, diritto di fronte a sé.

Un paio di anni dopo, avendo saputo che avevo superato l’esame di “esperto apistico” il cav. Frontali mi incaricò di controllare gli apiari degli associati che volevano praticare il nomadismo e, mio malgrado, dovetti dedicare molte mattinate con la “Vespa prima versione” in giro per la provincia a controllare che negli alveari destinati al nomadismo non ci fosse traccia di “peste americana” la sola malattia delle api a quel momento conosciuta come pericolosa.

Le Immagini

corso di aggiornamento in apicoltura a Faenza

1 – Corso di aggiornamento in apicoltura a Faenza

Lega Italy Social