1974
Il progetto apicoltura in Guinea
Non conosco in che modo Giulio Piana fosse stato contattato dalla F.A.O. per condurre una indagine conoscitiva e l’elaborazione di un progetto di rilancio dell’apicoltura in Guinea con l’obiettivo di riportarla ai livelli conosciuti durante la dominazione francese.
La decisione c’era ma i soldi non arrivavano mai, così Giulio decise di anticipare le spese per sé e per me; ma non so se abbia mai ricevuto il rimborso di quei fondi.
Nella foto numero 1 in fondo all’articolo siamo a colloquio col Ministro dell’Agricoltura della Guinea/Konakry
Eravamo nel 1974 ma appena atterrati all’aeroporto di Conakry ci rendemmo conto di avere fatto un passo indietro in un passato remoto. Conoscemmo la vita tribale, gli onori con cui si ricevevano i grandi ospiti al palazzo del governo, la curiosità con cui venivamo osservati nei villaggi sperduti nella foresta e la straordinaria molteplicità di colori con cui la gente veniva alle feste e nei mercati.
Qui conoscemmo per la prima volta l’ape africana, un’ape molto piccola, con celle di dimensioni molto ridotte rispetto a quelle delle nostre api. (4,9 mm invece di 5,4 mm)
Vedemmo “l’ammasso del miele” dove gli apicoltori da loro prodotto conferivano il miele semplicemente versando il loro secchio di miele nel fusto. L’ammasso era situato in una stanzetta e conteneva unicamente due fusti, uno per il miele chiaro e l’altro per il miele scuro.
C’erano giovani molto volenterosi, li aiutammo in tanti modi, perfino raccogliendo per loro degli sciami dagli alberi.
Queste condizioni ambientali si prestavano all’impostazione di un interessante progetto di cooperazione, però questa possibilità venne bloccata, probabilmente a causa di rivalità internazionali per cui anche la relazione di Giulio alla F.A.O. fu sottovalutata e osteggiata.
E a fare le spese di questa mancata cooperazione è stata la Guinea che ha visto sprecare volontà e capacità dei suoi giovani.
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