1937
Il nostro babbo, Armando, ci ha sempre raccontato che il suo incontro con le api è avvenuto nel 1937, quando si è sposato ed ha ricevuto da un amico, come regalo di nozze, due alveari. Questa fu la scintilla che gli illuminò questo mondo nel quale entrò con entusiasmo e dal quale non sarebbe mai più uscito.
Riguardando indietro nella storia della apicoltura in Romagna, durante molte simpatiche discussioni con l’amico apicoltore ed allevatore di api regine Fausto Ridolfi (Fausto è un eccezionale raccoglitore di tutti i reperti storici dell’apicoltura romagnola che potrebbero riempire un grande museo ed io mi auguro che presto o tardi ci riesca) è emersa una realtà sconosciuta a molti.
In Emilia e Romagna per motivi non ancora ben chiariti, l’apicoltura è sempre stata una attività ben nota e praticata, magari nella maggioranza dei casi solamente a livello di semplice produzione di miele per la famiglia, ma in alcuni casi ha espresso delle personalità che hanno fatto la storia dell’apicoltura nel mondo.
Basti citare allevatori di api regine come Penna, Piana, Tortora, Carlini, e molti altri talmente noti all’estero da essere incontrati a Castel S. Pietro da Dadant in persona e poi da lui lodati in una lettera di ringraziamento come
l’espressione della migliore apicoltura mai vista.
Dadant
E non è un caso che tutto il mondo apistico riconosca le api regine “italiane” come le migliori.